PRIMA DEL FOTODINAMISMO FUTURISTA
Una veloce analisi del percorso storico della fotografia fa rilevare che le alterazioni delle immagini hanno sempre coinvolto gli artisti, già nella seconda metà dell’ottocento si rilevano numerose sperimentazioni che gradualmente riescono ad arrivare ad usare materiali chimici che offrono la possibilità di riprodurre il soggetto all’infinito. Il grande successo della ritrattistica fotografica ebbe un notevole apprezzamento nel mercato delle arti visive che con un eccessivo ottimismo si accennò ad un nuovo classicismo figurativo. Successivamente fu legittimata la fotografia naturalistica con chiare attitudini pre- impressioniste. Ma già con gli impressionisti avvenne la primissima manipolazione dell’immagine fotografica con semplici interventi; far oscillare lievemente il cavalletto prima dello scatto, oppure mettere davanti all’obiettivo sostanze oleose. Nei primi decenni del novecento si concretizza una ricerca visiva-dinamica con il Fotodinamismo Futurista di Anton Giulio Bragaglia. Dall’America Alfred Stieglitz capo del gurppo Photo-Secession con l’ausilio di piccoli apparecchi portatili cercava con scatti violenti ed istantanei, di immortalare visioni cubiste presenti nella realtà. Successivamente i dadaisti iniziarono a manipolare l’immagine attraverso la camera oscura dando largo spazio al fotomontaggio e al collage, sviluppando la poetica della casualità. Le manipolazioni digitali poi appartengono alla attuale quotidianità.
Il fotodinamismo cromatico
Tra le diverse ricerche sopraindicate il Fotodinamismo riesce a trasmettere maggiore interesse. In primo piano viene inserito il movimento del soggetto in movimento, in particolare risulta determinante immortalare il moltiplicarsi della sagoma in diverse successioni. Creare in un’unica immagine una sorte di collage di tanti fotogrammi rende attuabile un dinamismo iconografico. Ma la ricerca fotografica di Bragaglia non ebbe un particolare consenso forse perché la cinematografia rendeva meglio il concetto di movimento che era l’essenza del Futurismo,ma anche perché i futuristi tenevano la fotografia in poco o nessun conto.Comunque la pubblicazione del libro scritto da Bragaglia, intitolato proprio “Fotodinamismo Futurista” scatenò un definitivo rinnego della teoria di Anton Giulio all’interno del movimento futurista. Scrive il pittore Boccioni a Sporvieri, direttore della galleria romana di via del Tritone impegnato nell’allestimento di una mostra futurista: “Mi raccomando, te lo scrivo a nome degli amici futuristi, escludi qualsiasi contatto con la fotodinamica del Bragaglia…” Personalmente considero il Fotodinamismo di Bragaglia di una estrema contemporaneità per una nuova visione della realtà che sfugge alla percezione del nostro occhio. E’ un diverso modo di puntare l’obiettivo fotografico sulla realtà. Il contributo che ha ricevuto l’evoluzione espressiva della produzione fotografica è stato senza ombra di dubbio notevole. E’ da diversi anni che considero l’entusiasmo della ricerca di Bragaglia una chiara sollecitazione ad approfondire la sperimentazione del dinamismo nel prodotto fotografico. La rappresentazione multipla della traiettoria del movimento riesce a sviluppare una alternanza di piani che intersecandosi con ulteriori superfici stabiliscono contemporaneamente una forza dinamica ma soprattutto una notevole valenza cromatica che risulta essere meritevole per una condivisione espressiva con una primaria valorizzazione realizzativa. Spesso risultano essere esecuzioni con il medesimo colore o sfumatura singole creando un’immagine monocolore. Molto contemporanea perché il colore nel monocromo ha un valore ancora maggiore perché risulta essere il vero protagonista dello scatto creando una composizione più equilibrata ma non meno espressiva. L’approfondimento del fotodinamismo di Bragaglia ha reso necessario creare un blog separato dal seguente sito all’indirizzo; https://fotodinamismo.wordpress.com/2017/06/17/fotodinamismo/