Le Nuraghe Contemporanee

L’esposizione denominata “Le Nuraghe Contemporanee” allestita presso il F.R.A.C. Fondo Regionale Arte Contemporanea di Baronissi (SA), è stata articolata attraverso diverse composizioni di un’iconografia urbana quella dei cosiddetti cimiteri delle auto, che ridotte a carcasse finiscono accatastate in senso piramidale.Per diverse ragioni il pensiero creativo è rivolto verso l’enigma funzionale delle Nuraghe Megalitiche che considero i primi monumenti metafisici.

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 Le Nuraghe Contemporanee

 

Inoltre la concreta possibilità di definire Le Nuraghe luoghi di sepoltura, contribuisce fortemente a creare un’atmosfera inserita in una dimensione artistica tipicamente metafisica. Una simile atmosfera si diffonde anche nelle autodemolizioni o per meglio definirle con un termine metafisico “il cimitero delle auto”. Nella scena il vero protagonista è la solitudine che serpeggia tra le carcasse di vecchie auto demolite che fino a qualche anno fa popolavano le città. La poca luce viene scandita da qualche spazio che involontariamente si è creato nell’unire le auto demolite.Gli abitacoli delle auto custodiscono con una tombale gelosia una infinità di ricordi; amori,confessioni,sesso,tradimenti,violenze.

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 Le Nuraghe Contemporanee

 

Il profilo critico,inserito nel catalogo è stato curato dalla prof.ssa Patrizia Fiorillo, titolare della cattedra di Storia dell’Arte Contempo Università degli studi di Ferrara.La direzione Artistica del centro F.R.A.C. di Baronissi (SA) è diretta dal prof. Massimo Bignardi titolare della cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea presso la facoltà di Lettere e Filosofia e la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Siena.

Nella realizzazione pratica il percorso operativo ha sviluppato un doppio risultato finale: pannelli fotocomposti e tecnica mista.Per il pannello fotocomposto la realizzazione è completamente digitale. Nella tecnica mista la struttura iniziale è costituita da una impostazione fotografica in bianco-nero su un supporto telato. Successivamente subentra l’intervento cromatico, con i colori a olio, che programmato precedentemente deve penetrare con violenza calibrata la materia. Il filo conduttore che unifica le due realizzazioni è l’essenza metafisica dei contenuti che gradualmente deve suscitare un’inquietudine, sottile e gelida angoscia e deve regnare un unico protagonista  indiscusso:la solitudine.

 

Petrucci Pasquale

 

Di Alino

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